SINTESI DELLA STRATEGIA DEL PIANO REGIONALE PER LA TUTELA DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
Redatto in collaborazione con la Società Techne Consulting S.r.l. di Roma
Il Piano è stato redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 1 ottobre 2002, n. 261 contenente il “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351” (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002).
In particolare, il Piano ha il fine di: • elaborare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli
agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superano i limiti legislativi; • elaborare piani di mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite; • ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria; • contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali di emissioni; • conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas serra.
In estrema sintesi la realizzazione del piano è stata effettuata secondo le seguenti fasi: • Fase conoscitiva (analisi del territorio, quadro normativo, inventario emissioni, analisi dati meteoclimatici e di qualità dell’aria, valutazione qualità dell’aria mediante integrazione dell’informazione disponibile con i risultati di modelli di simulazione); • Fase valutativa (suddivisione territorio regionale in zone in base al rispetto degli standard); • Fase previsiva (analisi degli effetti futuri delle misure legislative e normative già introdotte in termini di emissioni e qualità dell’aria tramite modelli); • Fase propositiva (definizione di obiettivi nelle diverse porzioni di territorio; previsione delle emissioni e valutazione della qualità dell’aria tramite modelli nei differenti scenari; analisi dei costi; definizione di priorità, responsabilità e tempistica); • Fase attuativa (attuazione delle misure di piano e monitoraggio dei risultati); • Fase di verifica (verifica periodica dei risultati, aggiornamento ed integrazione del piano).
L’analisi conoscitiva condotta dal piano fa rilevare come a livello globale regionale: • la qualità dell’aria nelle aree urbane è in miglioramento con riferimento ai seguenti inquinanti primari principali: biossido di zolfo, monossido di carbonio; tutti i limiti legislativi esistenti sono rispettati; • la qualità dell’aria con riferimento al biossido di azoto nell’area metropolitana di Pescara-Chieti è critica e non presenta segnali rilevanti di miglioramento; la valutazione dell’evoluzione delle emissioni fa prevedere, a fronte di un ulteriore residuo miglioramento delle emissioni dai veicoli su strada, gli effetti peggiorativi dell’incremento della mobilità privata e delle politiche di riequilibrio del deficit regionale di produzione di energia elettrica e di valorizzazione delle biomasse contenuto negli atti di pianificazione regionale; tale evoluzione va mitigata con opportune misure di piano, anche in funzione del contributo dell’Abruzzo al raggiungimento degli obiettivi nazionali sui tetti di emissione; va infine sottolineato come la riduzione delle emissioni di questo inquinante sia un forte elemento per il miglioramento della qualità dell’aria con riferimento all’ozono; • con riferimento alle particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron (PM10), il monitoraggio rileva una situazione critica; le emissioni, provenienti principalmente dal traffico su strada e dalle altre sorgenti mobili con contributi significativi dalla combustione della legna e dalla combustione industriale, pur in miglioramento non garantiscono il rientro nei limiti senza opportune misure di risanamento; opportune misure sulle sorgenti mobili e sulle emissioni industriali, nonché politiche di incentivo al rinnovamento tecnologico nel settore della combustione della legna, sono necessarie nelle aree di maggiore inquinamento;
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• con riferimento al Benzene l’analisi delle concentrazioni rilevate mostra una situazione da tenere ancora sotto controllo per il rispetto del limite sulla media annuale nella città di Pescara; l’effetto dei miglioramenti previsti nelle emissioni da traffico autoveicolare (sorgente quasi esclusiva dell’inquinamento) non assicurano il rientro nei nuovi limiti previsti dalla legislazione comunitaria; opportune misure sul traffico sono necessarie nell’area metropolitana di Pescara- Chieti;
• la qualità dell’aria con riferimento allo smog fotochimico (produzione di ozono) è fortemente critica sia nelle aree urbane sia nelle aree suburbane e rurali e generalizzata a tutta la regione; l’evoluzione naturale delle emissioni dei precursori dell’ozono non garantisce un miglioramento generalizzato con riferimento a quest’ultimo;
• la qualità dell’aria con riferimento alla protezione della vegetazione non presenta problemi relativamente agli ossidi di azoto mentre è largamente critica rispetto all’ozono;
• con riferimento alle emissioni industriali degli inquinanti principali è necessario intervenire mediante l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili previste dalla legislazione;
• il rispetto degli impegni di Kyoto necessita di un forte impegno verso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Relativamente agli ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene, l’attività di zonizzazione del territorio regionale, relativamente alle zone individuate ai fini del risanamento definite come aggregazione di comuni con caratteristiche il più possibile omogenee, ha portato alla definizione di (Figura 1):
• IT1301 Zona di risanamemto metropolitana Pescara-Chieti, • IT1302 Zona di osservazione costiera, • IT1303 Zona di osservazione industriale, • IT1304 Zona di mantenimento.
Le zone di risanamento sono definite come quelle zone in cui almeno un inquinante supera il limite più il margine di tolleranza fissato dalla legislazione. La zona di osservazione è definita dal superamento del limite ma non del margine di tolleranza. Con riferimento all’ozono, in base al Decreto legislativo 183 del 21 maggio 2004, sono definite le zone potenzialmente soggette al superamento dei valori bersaglio e degli obiettivi a lungo termine sia con riferimento alla protezione della salute umana che con riferimento alla protezione della vegetazione. I risultati ottenuti dal monitoraggio e dalla applicazione di modelli fotochimici (per il solo anno 2006), porta a classificare il territorio regionale in zone con riferimento alla protezione della salute umana come riportato in Figura 2. Con riferimento alla protezione della vegetazione viene introdotta la classificazione provvisoria (essendo disponibile un solo anno e non i tre richiesti dalla legislazione).
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